La perfezione imperfetta

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Utente: $PassMaster[2].

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Una delle caratteristiche più affascinanti degli imprenditori di successo è che non si sentono mai “arrivati”. Ritengono di avere ancora tanto da imparare dagli altri e, sebbene abbiano aziende gestire  in maniera eccellente, riescono ancora a vedere le aree di miglioramento.
Viceversa a volte capita di parlare con imprenditori dall’Ego molto sviluppato, i quali decantano la loro bravura e l’assoluta perfezione dell’azienda da loro gestita. Non si capisce se lo fanno per ricevere riconoscimenti esteriori, pur consapevoli di non raccontare la realtà, o se si siano davvero convinti di quanto affermano. Questo atteggiamento diventa ancora più problematico quando, a fronte di questa eccellenza, descrivono però risultati non ottimali causati da motivi esterni (la crisi, i fornitori, le banche).
Tale contraddizione però non viene percepita come sintomo di qualcosa che stride, ma diventa addirittura la chiave con cui giustificare i fallimenti concreti di tutta quella perfezioni virtuale.
A questo punto tentare di aiutare la persona diventa molto difficile, poiché in realtà la persona non vuole essere aiutata, ma solo  adulata. Si circonderà in questo modo di collaboratori e fornitori accondiscendenti e servili, i quali non tenteranno mai un contradditorio per paura di far impermalosire l’imprenditore. Salvo poi criticarlo alle spalle o boicottarlo appena se ne presenta l’occasione.
L’unica speranza, in questi casi, è una presa di consapevolezza forte, derivante da una situazione evidentemente grave o difficile. Per questo la crisi, per alcuni imprenditori, ha rappresentato l’ultima grande opportunità per cominciare a lavorare davvero su loro stessi.











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